Il peperoncino è dal 7000 a.C. usato come spezia aromatizzante ed è importante nelle diete e nelle culture di varie comunità in tutto il mondo , con una lunga storia di aromatizzante, colorante, conservante e medicinale.
Nel peperoncino sono stati identificati più di 200 componenti attive e alcune svolgono molteplici ruoli in tutto il corpo.
La capsaicina è il principale composto attivo del peperoncino, quella sostanza che ne determina il particolare sapore piccante, tuttavia in piccole dosi è presente anche nei peperoncini dolci.
E’ proprio questa componente che ha destato molta curiosità tanto da essere oggetto di molti studi.
L’interesse sullo studio del peperoncino sembra essere dovuto al fatto che pare abbia effetti antidolorifici. La capsaicina sarebbe in grado di legarsi a un particolare recettore, ovvero un punto dove si “attacca, che sembrerebbe essere responsabile della sensazione del dolore.
La cosa ancor più interessante è che soprattutto si trova distribuito in tutto il corpo in particolare nel cervello, nei nervi sensoriali, nei nervi della schiena, nella vescica, nell’intestino e nei vasi sanguigni.
Fin dalla sua scoperta, il peperoncino è usato come rimedio omeopatico per trattare il dolore bruciante usando il concetto di “trattare simili con simili“.
I continui e molteplici studi, hanno dimostrato che la capsaicina è efficace nel trattamento di una varietà di condizioni, tra cui:
- artrite reumatoide
- dolore muscolo-scheletrico cronico
- sindrome da dolore post-mastectomia
- rinite non allergica
- problemi di stomaco
- nausea e vomito postoperatori
- prurito
- miglioramento della sensibilità del riflesso della tosse in pazienti con con difficoltà della digestione e altri disturbi correlati alla deglutizione
- IBS (sindrome dell’intestino irritabile)
Soprattutto in alcune patologie di carattere intestinale come le IBS e le MICI, il peperoncino sembra essere utile come antifermentativo, antinfiammatorio, antibatterico, disinfettante; sembrerebbe utile anche nella precoce chiusura delle lesioni grazie alla capacità di aumentare la vascolarizzazione, quindi l’afflusso di sangue e di agenti coagulanti nelle zone lese. Questo attraverso due meccanismi: il peperoncino ingerito viene a contatto diretto con la mucosa intestinale; quello assorbito viene riproposto alla zona ammalata grazie al circolo sanguigno.
Anche da un punto di vista nutrizionale la capsaicina pare essere interessante nell’aiutare a “combattere” l’obesità: sembrerebbe infatti in grado di aumentare la termogenesi e quindi il metabolismo basale.
Con la diffusa pandemia di sovrappeso e obesità, è urgente lo sviluppo di più strategie per il trattamento dell’obesità.
Pertanto, una migliore comprensione del ruolo e del meccanismo del consumo di capsaicina nella dieta e della salute metabolica può fornire aiuto per la prevenzione e il trattamento precoci dell’obesità.
E’ importante , come sempre, ricordare di non utilizzare queste informazioni come fossero leggi scritte, ma informarsi e chiarire bene con lo specialista.
Bibliografia