Intolleranza al lattosio: guida alla spesa

Quando sai di essere intollerante al lattosio, la prima cosa che fai è eliminare il latte, e poi, ma non subito, i latticini.

Il medico curante viene in soccorso dicendoti: togli tutto.

E poi  leggi qui e lì cosa puoi mangiare, poi non riesci a gestire, e poi le tentazioni e poi e poi e poi: rinunci, e tornano i “mal di pancia”.

Se vuoi stare bene e ti sei rivolto ad un esperto del settore, segui le sue indicazioni, ma la difficoltà spesso la hai anche al supermercato dinanzi a quegli scaffali pieni di “senza lattosio” oppure “di soia” “di mandorla”…quale sceglierebbe la mia dottoressa? 

 

Per questo insieme faremo un viaggio su come riempire il carrello in modo sereno e con i cibi giusti.

Partiamo dal latte

Quale sceglierebbe la mia nutrizionista?

 

Una delle osservazioni più frequenti quando consegno un piano alimentare personalizzato è: “dottoressa ma vi siete dimenticata che sono intollerante al lattosio?”, magari dopo aver letto che a colazione è previsto il latte di avena o mandorla o riso ecc…

Esiste il latte “senza lattosio”, ma a volte si devi rinunciare anche a quello, almeno per un periodo.

E quindi non sapendo cosa scegliere rinunci alla colazione.

Intorno al latte e ai suoi derivati aleggiano leggende e luoghi comuni di ogni forma e genere per cui è mio dovere sfatare qualche mito: il latte parzialmente scremato e quello scremato, contengono lattosio nella stessa quantità del latte intero. 

Renderli scremati o parzialmente, riguarda la riduzione dei grassi!!

Il latte di capra così come quello di pecora contengono ugualmente lattosio, ma in un quantitativo variabile per la loro composizione proteica, ma è comunque presente e può generare sintomi classici dell’intolleranza.

Voglio sottolineare che la sola dicitura “senza lattosio” non indica che il prodotto sia light o dietetico o meno calorico.

Al contrario! Per rendere i prodotti senza lattosio o delattosati, durante la lavorazione, il lattosio viene reso innocuo dividendolo negli zuccheri di cui è fatto.

Pertanto, spesso capita che il gusto dei prodotti senza lattosio sia più dolce proprio in virtù di questa scissione in quanto gli zuccheri che lo compongono hanno un maggiore potere dolcificante, che si può tradurre anche come più calorie.

E se volessi comprare del formaggio?

Anche per i derivati del latte come formaggi spalmabili, mascarpone, panna da cucina, esiste una vasta gamma di senza lattosio.

Ci sono però delle eccezioni, ovvero alcuni tipi di formaggio che per come sono prodotti, risultano avere un bassissimo quantitativo di lattosio o addirittura risultarne privi.

Per esempio il parmigiano reggiano così come il grana padano e alcuni tipi di pecorino, sono formaggi che, per il loro tipo di lavorazione e stagionatura, sono naturalmente a ridottissimo quantitativo di lattosio.

Per avere la certezza di questo, meglio mettere nel carrello prodotti stagionati almeno 24-36 mesi!.

Così come è a basso contenuto di lattosio anche il gorgonzola, l’emmenthal e la groviera, per le fermentazioni che subiscono nella produzione.

Per chi ha una intolleranza secondaria (vedi articolo) esistono poi formaggi ricchi di batteri lattici, i quali hanno la capacità di scindere il lattosio, e possono quindi essere ben tollerati: è il caso di asiago, brie, caciocavallo e anche la mozzarella di bufala campana DOP.

Gli affettati contengono lattosio?

Gli affettati possono essere acquistati e mangiati, ma sempre meglio chiedere esplicitamente che siano senza lattosio, questo per evitare che ce ne sia tracce come insaporitore o conservante.

Va detto anche che il prosciutto crudo e la bresaola sono sempre privi di lattosio proprio a partire dalla loro produzione. Quello un po’ più a rischio è il prosciutto cotto per due motivi: uno perchè può contenere lattosio negli ingredienti e due può essere prodotto in un’azienda in cui circola latte.

Questo per te che sei intollerante al lattosio non è un grosso problema, ma chi è allergico alle proteine del latte deve stare molto attento anche alla dicitura può contenere tracce di…

Se ti fidi del salumiere chiedi a lui prodotti al taglio senza lattosio. MA se preferisci le confezioni di affettati che trovi nel banco frigo, guarda anzi studia bene l’etichetta.

Fai molta attenzione anche al salame e affini, che di solito presentano lattosio, salvo che li acquisti da un produttore diretto, il classico contadino che piuttosto che mettere “cose” strane nei suoi prodotti si taglierebbe una mano!

Dolci e dolciumi senza lattosio

I prodotti dolciari senza lattosio, come merendine, dolci confezionati e dolciumi vari, riempiono gli scaffali di tutti i supermercati.

Qualcosa però voglio dirti su uno dei cibi degli dei, il cioccolato, e sappi che per me il cioccolato è solo il fondente.

Sono oramai noti gli immensi benefici che apporta al nostro organismo, il cioccolato è infatti un alimento dalle mille proprietà: è un antidepressivo naturale, e grazie alle sostanze antinfiammatorie che contiene pare essere un buon protettore rispetto alle malattie neurodegenerative; sicuramente è un cibo anti invecchiamento e, se puro, non nuoce ai rapporto colesterolo buono/colesterolo cattivo, né all’aumento della glicemia.

Ovvio che deve essere sempre assunto con moderazione.

Inoltre il cioccolato è un tripudio di gioia per le papille gustative, vuoi mettere la soddisfazione quando sciogli in bocca un quadratino di cioccolato e riesci ad assaporarne tutte le sfumature?

Ma anche qui bisogna leggere attentamente le etichette: un buon cioccolato deve avere pochissimi ingredienti tra cui cacao, poco zucchero e al massimo la lecitina, ma sicuramente, almeno quello puro, non deve contenere latte in polvere.

Eh si perchè spesso si utilizza anche nelle lavorazioni del fondente.

La cioccolata fondente (spesso anche quella al 75%) può contenere lattosio; di solito la fondente dark (almeno 90%) non ne contiene (o non dovrebbe).

Non temere se trovi la dicitura burro di cacao sull’etichetta perchè lattosio non ce n’è ma il cioccolato non può essere definito puro.

Per andare sul sicuro compra un cioccolato vegan e sarai certo di non rischiare.

E la cioccolata calda in tazza? Anche quella esiste già fatta in commercio. Ma io sono tradizionalista e nonostante intollerante preferisco farla a casa.

Vedere quella tazza fumante riempie gli occhi e tutti i sensi. Per evitare incresciosi mal di pancia io la faccio in modo alternativo: eccoti la mia ricetta

150ml acqua

10g cioccolato fondente 85%

25-30g cacao dark

Fai attenzione anche al cacao, leggi sempre bene le etichette.

cacao amaro classico
cacao amaro classico
cacao amaro venduto come dark

 

Per acquistare un cacao amaro devi leggere la voce “carboidrati” e soffermarti sulla quantità di zuccheri presenti. Guardando le etichette ti accorgerai subito che sebbene sia indicato come dark, il cacao della terza immagine contiene più zuccheri rispetto a quello definito classico.

Iscriviti al gruppo facebook per avere sempre aggiornamenti

Se hai trovato interessante l’articolo condividilo sui tuoi social o stampalo

Facebook
stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *