Pandemia: mangi di più e dormi di meno

Marzo 2020, annuncio di un lockdown nazionale (quasi mondiale oserei dire).

Tutto è cambiato, improvvisamente uscire è diventato “pericoloso”, aver a che fare con le persone “un rischio”, abbracciare un parente o un amico “causa di contagio”.

Sono stati mesi davvero infiniti, i tre che hanno preceduto una lenta riapertura, ma non ne siamo ancora fuori e a distanza di un anno siamo costretti in zona rossa.

Certo meno restrizioni rispetto al lockdown generale, ma non cambia la percezione: siamo chiusi in casa.

Questo ha portato delle profonde modifiche nella nostra quotidianità, a partire dalle cose più semplici, a partire da quelle “normali” come andare a lavoro, mangiare, dormire.

In particolare luce solare insufficiente, inattività fisica, cambiamenti nella dieta, aumento di peso, aumento del tempo sullo schermo digitale, alterazione veglia-sonno sono alcuni degli effetti della pandemia.

Da un’indagine riportata dal Ministero dell’agricoltura e in particolare dal Crea, durante il primo lockdown oltre ad aver incrementato le casse di chi produce lievito e farina visto le smisurate quantità di pizze, pane e dolci che sono state fatte, è notevolmente aumentato anche il peso degli italiani. 

Sì, siamo ingrassati.

Ai partecipanti all’indagine è stato sottoposto un questionario online cui hanno risposto circa 2900 persone e dai dati è venuto fuori che è aumentato il consumo di alimenti sani: verdura (33%), frutta(29%), legumi (26,5%), acqua (22%), olio extravergine d’oliva ( 21,5%). Ma parallelamente, ben il 44 % ha dichiarato di aver messo peso. E per chi già presentava sovrappeso o obesità, l’incremento è stato nei 3 mesi tra i 4 e i 6 kg.

L’aumento di peso è determinato sia dall’eccesso di calorie incamerate sia dall’assenza di attività fisica, ma riguarda soprattutto quella che viene chiamata la fame nervosa maggiormente presente nella fascia d’età 30-50, soprattutto per le problematiche legate al lavoro e al futuro. Inutile dire che in questa classifica le donne si posizionano al primo posto.

Altro elemento che ha subito un grosso cambiamento in negativo è la gestione del sonno.

In uno studio inglese dell’ottobre 2020 (Impact of the novel coronavirus (COVID-19) pandemic on sleep di Laura Pérez-Carbonell, et al) sono stati intervistate circa 850 persone.

Di queste circa il 69,4% ha riportato un cambiamento nel proprio modello di sonno, meno della metà (44,7%) ha avuto un sonno ristoratore e il 45,6% era più assonnato rispetto a prima del blocco.

Le osservazioni specifiche per il sonno riportate più frequentemente sono state ‘sonno disturbato’ (42,3%), ‘addormentarsi involontariamente’ (35,2%), ‘difficoltà ad addormentarsi’ / ‘restare addormentato’ (30,9% e 30,8%, rispettivamente) e ‘andare a dormire tardi’ (30,0%).

Anche in Italia è stato portato avanti uno studio interessante sulla cattiva relazione veglia-sonno in seguito al Covid19.

Pubblicato su una nota rivista di psicologia nel Novembre 2020, questo studio, dal titolo Scarsa qualità del sonno e sue conseguenze sulla salute mentale durante il blocco del COVID-19 in Italia (di C. Franceschini, A. Musetti et al.), ha previsto un’indagine che ha coinvolto circa 6000 soggetti italiani con ampio spettro di età (dai 18 agli 82 anni)

che hanno risposto ad una serie di questionari online finalizzati alla raccolta di informazioni varie tra cui la gestione del sonno.

Più della metà (55.32%) dei soggetti che hanno completato i questionari ha rimarcato una ridotta qualità del sonno, che si traduce in andare a dormire più tardi rispetto a prima del blocco, oziare di più a letto, impiegare più tempo a prendere sonno. Tutte cose determinate dalla quotidianità completamente stravolta e affiancata da ansia, stress, paura, panico.

Cibo e sonno poi nella loro combinazione agiscono sul benessere generale di una persona: lo stress genera fame nervosa e carenza di sonno, dormire poco e mangiare di più può determinare un aumento di peso, fatto questo che incrementa un disagio già ampiamente diffuso in questo anno così particolare.

Gestendo bene la tavola possiamo aiutare anche il nostro addormentamento infatti: mangiare troppo o saltare i pasti, fare pasti sovrabbondanti, avere orari dei pasti irregolari e una certa scarsa qualità del cibo, sono tutte cause di disturbi del sonno.

Sappi che numerosi studi hanno dimostrato che se dormi poco o male hai una minor perdita di peso ed un minor mantenimento del peso durante una dieta. Infatti se dormi poco e male durante un periodo di restrizione calorica, a parità di perdita di peso, tu perdi più massa magra e meno massa grassa rispetto ai soggetti con un sonno adeguato.

Il tuo non è un dimagrimento sano.

Cosa fare quindi per uscire da questo circolo vizioso?

Cercare innanzitutto di riprendere le vecchie e sane abitudini come l’attività fisica. E se le palestre sono chiuse e non ci è concesso andare a camminare o a correre al parco, allora fai diventare la tua casa una piccola palestra. Non occorre necessariamente avere attrezzature, pesi, panche, ma l’importante è eseguire esercizi che ci tengano in attività, magari chiedendo aiuto al nostro personal trainer, sempre meglio la parola di un esperto, o, a mali estremi e solo come ultima spiaggia, ricorrendo a qualche tutorial serio di esercizi.

Per l’alimentazione può essere molto utile preparare uno schema generale degli alimenti settimanali in modo da avere una sorta di menù che possa aiutarti sia a risparmiare tempo che a risparmiare abusi calorici.

Per aiutarti in questo scarica il modello qui sotto

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