E’ una patologia la cui incidenza è elevata nella popolazione generale, stimata fino a un terzo delle persone in tutto il mondo ed è tra le più fastidiose del tratto digestivo superiore: è dovuto alla risalita di acido dallo stomaco all’esofago, un meccanismo che entro certi limiti è fisiologico.
La malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) si verifica quando si sviluppano sintomi fastidiosi: bruciore al torace, rigurgito di liquidi o cibo, sviluppo di infiammazione esofagea che può portare a disfunzione della deglutizione.
Ma molti pazienti possono presentare manifestazioni extraesofagee tra cui tosse, broncospasmi e raucedine, alterazione del tono di voce, attacchi d’asma, sinusiti e otiti frequenti, tubotimpaniti.
Questi sintomi sono dovuti alla composizione del fluido gastrico che è costituito da diversi irritanti della mucosa esofagea tra cui acido gastrico, enzimi digestivi e sali biliari. La secrezione di questi componenti digestivi dipende dall’assunzione con la dieta e può essere modificata con cambiamenti nella composizione nutrizionale. Particelle di cibo non digerito possono inoltre essere riflessi nell’esofago, con effetti variabili sulla mucosa sottostante.
A quale specialista rivolgersi? Proprio per le diverse manifestazioni sintomatologiche, molto spesso è un incrocio combinato tra più specialisti che può dare la diagnosi di questa patologia: è chiaro che il primo a cui ci si rivolge è il gastroenterologo, che effettuerà dopo anamnesi e esame obiettivo, e se lo riterrà opportuno un’indagine più invasiva come per esempio la gastroscopia.
Molte volte è l’otorinolaringoiatra che diagnostica il reflusso gastroesofageo.
Lo sviluppo dei sintomi può essere accelerato e aggravato da molti fattori quali: obesità, rigonfiamento della parte superiore dello stomaco nel diaframma (ernia iatale), gravidanza, disturbi del tessuto connettivo (come per esempio sclerodermia), svuotamento ritardato dello stomaco.
Inoltre giocano un ruolo fondamentale anche cattive abitudini come il fumo, mangiare pasti abbondanti o mangiare a tarda notte, mangiare determinati alimenti (fattori scatenanti) come cibi grassi o fritti, bere alcune bevande, come alcol o caffè, l’assunzione di alcuni farmaci, come l’aspirina.
In generale alla diagnosi segue una cura a base di farmaci, nello specifico agenti soppressori dell’acido come inibitori della pompa protonica (PPI). Poiché continuano a essere esplorate e studiate le preoccupazioni relative all’uso prolungato di PPI, stanno diventando sempre più interessanti il ruolo della dieta e la correzione delle abitudini alimentari.
Un modo per attenuare questa patologia riducendone i sintomi è sicuramente un’alimentazione controllata: inizialmente con esclusione di alcuni cibi, deve essere poi ben seguita e gestita per una reintroduzione che non arrechi danni o ulteriori fastidi.
Bisogna ben gestire sia i macronutrienti che gli abbinamenti di cibo e gestire bene le abitudini, tenendo bene a mente e rispettando anche il timing, ovvero rispettare gli orari in cui assumere cibo.
Sul tipo di dieta da seguire, sono numerosi gli studi in corso: in uno del 2017 in cui viene paragonata la normale dieta di pazienti in terapia di soppressione acida standard, rispetto a quelli che seguono una dieta mediterranea e altre comuni alterazioni dello stile di vita, si è riscontrata la stessa efficacia dei due approcci sull’indice dei sintomi da reflusso, ma molto c’è ancora da sapere.
Dal mio punto di vista ecco alcuni suggerimenti da applicare subito con effettivo riscontro:
- mangiare sempre verdure crude pre-pasto;
- cercare di utilizzare cotture della verdura che non ne aumentino il contenuto di acqua. Un esempio di cottura utile per il GERD è di certo ripassare le verdure in padella; evitare cibi molto grassi o fritti soprattutto evitare grassi animali;
- limitare o eliminare, ma sempre sotto controllo di uno specialista, cibi acidi come per esempio l’ananas oppure bevande come the, caffè e succhi di frutta.
- Occhio anche alle spezie,come ad esempio la menta, ma anche qui è tutto molto soggettivo, motivo per cui è importante una dieta personalizzata.
Bibliografia
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