Qualche settimana fa una notizia dall’estero che mi ha lasciato un po’ perplessa.
Gran Bretagna: scaffali vuoti in alcuni supermercati, soprattutto discount, dove mancano alcuni tipi di verdure, in particolare quelle importate, per cui la popolazione è “costretta” a prendere solo una razione di quello specifico ortaggio o quella frutta, sempre che la trovi disponibile.
Come è possibile?
Vari i pensieri che mi hanno assalita tra cui la guerra, la Brexit, ma poi ho approfondito.
E’ possibile perché i vegetali che mancano sono quelli non propriamente di stagione, provenienti da Stati europei e non, che hanno e stanno avendo delle difficoltà da un punto di vista climatico.
Ho appreso questa notizia dalla radio e le mie orecchie si sono accartocciate come erano quelle di Dumbo prima di starnutire, appena nato.
Perché?


E quindi ho ripensato alla mia continua lotta per esaltare la stagionalità dei prodotti, il Km0 e soprattutto la sostenibilità.
- economico, perché la frutta, la verdura e gli ortaggi del periodo hanno (o dovrebbero avere) un costo inferiore rispetto a prodotti non di stagione che vengono da altri paesi o da produzioni intensive sotto serra;
- ambientale, perché le serre sono riscaldate con carburanti, quindi con un elevato dispendio economico e relativo eccesso di emissioni nell’aria; inoltri i prodotti che vengo per così dire “forzati” sono irrorati di medicinali e diserbanti, che inquinano aria, acqua e suolo. Oltre al trasporto via aerea o su gomma, con quanto ne consegue a livello di scarichi;
- salutare, perché i prodotti di stagione, freschi e raccolti secondo il loro ciclo di maturazione naturale, hanno in sé tutte le proprietà nutritive intatte e donano al nostro palato una varietà di gusti notevole e al nostro corpo tutti i nutrienti di cui necessita. Madre Natura non fa nulla a caso.
- anti-spreco oltre 1/3 del cibo prodotto viene sprecato e l’80% di esso sarebbe ancora consumabile. Fare la spesa per il cibo che davvero ti occorre, cercare di comprare solo quello che effettivamente serve, è conveniente per la tasca, per l’ambiente e per evitare di buttare di cibo.

E’ per questo che propongo la dieta sostenibile.
Considera il termine “dieta” come alimentazione quotidiana e non solo come regime ipocalorico dimagrante. In questa visuale è importante sapere che si può mangiare bene e in modo sano impattando il meno possibile sull’ambiente.
Ci sono delle regole base sulla sostenibilità a tavola:
scegliere prodotti locali, acquistare prodotti coltivati a km0 e in modo naturale da coltivatori diretti o piccole attività;
prediligere la stagionalità;
- non acquistare prodotti preconfezionati;
acquistare solo ciò che serve con una corretta lista della spesa;
scegliere carni e pesce di qualità e locale;
- non utilizzare l’acqua in bottiglie di plastica.
In sintesi, la sostenibilità a tavola conviene perché promuove la salute, la tutela dell’ambiente, la sostenibilità economica e l’etica nella produzione alimentare.
Un primo passo per iniziare: impara a fare la spesa. A tal proposito ti affido uno schema che potrebbe tornarti utile
