Proprio ieri ricordavo con mia mamma quante volte al solo nominare il minestrone o i cavolfiori iniziavo a piangere e strillare, a urlare “non mi piace, non lo mangio”, e a come lei invece me li riproponesse ancora e ancora fino a che almeno non li avessi assaggiati.
Oggi amo entrambi, e per questo probabilmente la devo ringraziare.
La mia mamma non era di quelle che chiedevano: non la vuoi, va bene che vuoi mangiare?
La mia era più del tipo o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra (in senso lato ovviamente!).

Oggi è tutto diverso, me lo raccontano le mamme che vedo in studio, ma soprattutto ho avuto modo di sperimentarlo avendo a che fare con le mamme e la mensa scolastica.
“Mio figlio non mangia cavoli, i piselli non vuole vederli, ma come dottoressa nel menu ci sono i broccoli?Non si possono avere tortellini panna e prosciutto?”
Queste alcune delle frasi che mi hanno travolta qualche giorno fa in una assemblea di mamme per discutere insieme il menu scolastico.
E allora mi è venuto in soccorso un articolo che avevo letto della Coldiretti che citava le ultime analisi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità circa l’obesità infantile.
E’ dell’8 Novembre scorso l’ultimo rapporto dedicato all’obesità infantile dell’OMS.
Questo rapporto ha analizzato i dati relativi al periodo 2018-2020 in 33 paesi della Regione Europea misurando quasi 411.000 bambini di età compresa tra 6 e 9 anni.
I dati non sono rassicuranti. L’obesità cresce in modo esponenziale, in Europa e anche in Italia.

Ad influire sul peso dei nostri bambini è indubbiamente lo stile di vita e soprattutto la dieta, intesa come alimentazione quotidiana; la nostra Italia, nonostante protagonista indiscussa della nota Dieta Mediterranea, non se la cava bene: solo un bambino su tre (31,3%) consuma verdura tutti i giorni mentre ben il 7,8% dichiara di portarla a tavola meno di una volta alla settimana e il 6% di non mangiarla mai. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulle base del rapporto dell’OMS.
A questo si aggiunge la poca attività fisica e la continua sedentarietà da pc, consolle, tablet e TV.
E per la Campania?
Inutile dire che rientra ampiamente nelle statistiche e che veste la maglia nera: quasi il 40% dei bambini o ragazzi compresi tra i 3 e i 17 anni è in eccesso di peso (obesi o sovrappeso).
Questo ho risposto a quelle mamme cercando di far capire loro che un bambino obeso sarà molto probabilmente un adulto obeso.
Ho quindi iniziato con loro un percorso di educazione alimentare a partire dalla tavola, a casa, con qualche piccolo suggerimento, soprattutto rispetto alle tanto incriminate e discriminate verdure, ai poveri e bistrattati legumi, al rigettato e rifiutato povero pesce.
Questo nell’ottica di preparare i loro e i tuoi figli a saper scegliere, a saper valutare e gustare pietanze prima di giudicarle.
Nel prossimo articolo ti lascio i miei : 10 suggerimenti per far mangiare la verdura ( o il nuovo) al tuo bambino.
