Sono numerosi i nuovi stili alimentari che si sono delineati negli ultimi anni. Si è allargato il ventaglio delle possibilità di scelta e quelle che prima erano delle scelte fatte per etica, per salute e per volontà, spesso possono sfociare nella moda del momento.
Apprezzo molto chi riesce a mantenere la propria scelta e chi davvero affonda in profondità le radici di un cambio alimentare ed è per questo che non posso non sottolineare gli aspetti degli ultimi trend alimentari con cui mi sono trovata a confrontarmi.
Il bello del mio lavoro, il bello di essere una nutrizionista è il poter costantemente crescere, imparare, studiare e capire come il cibo possa aiutare, sostenere e mantenere in salute chi mi trovo di fronte.
In questi ultimi anni le richieste di piani alimentari “particolari” si sono moltiplicate: non mi riferisco solo alle allergie e intolleranze che sono il mio cavallo di battaglia, ma piuttosto a scelte etiche.

Per cui mi sono trovata di fronte a questi nuovi stili alimentari e voglio condividere con te questa esperienza, tralasciando vegetariani e vegani, un cenno va fatto anche all’alimentazione crudista e fruttariana, sicuramente più selettive e restrittive, dove la scelta diventa radicale. Sono due tipi di alimentazione che al massimo prevedono olio extravergine di oliva e semi come extra dalle cose che sono “concesse” per definizione.
Le “nuove” tendenze hanno nomi più complicati anche se di base sono scelte meno selettive.
Iniziamo dai flexitariani.
Il termine trae origine dalla fusione di due parole ovvero fless(ibile) e (vege)tariani: sono coloro che prevalentemente scelgono una alimentazione a base vegetale ma che non rinunciano definitivamente alle proteine della carne.
Questo non significa che siano indecisi o che non siano in grado di fare una scelta categorica, tutt’altro: sono coloro che sanno che una scelta radicale può non essere semplice e quindi si concedono dei momenti di alimentazione classica.
Questo tipo di alimentazione nasce con lo scopo principale di tenere d’occhio e salvaguardare la propria salute dagli eccessi di proteine animali tipici della classica dieta occidentale, con uno sguardo anche verso l’acquisto di prodotti locali e da coltivazione biologica.

Simile è la scelta dei reducetariani che puntano alla graduale riduzione del consumo di carne.
Il percorso è basato su una alimentazione “plant based” come quello dei flexitariani, riducendo l’assunzione di carne.
E’ il motore propulsore che fa la differenza: quella reducetariana è una scelta avversa allo sfruttamento degli animali e a favore dell’ambiente, con “effetto collaterale” un miglioramento dello stato complessivo di salute.

Sulla scena degli stili alimentari recentemente si sono affacciati anche i climatariani.
L’alimentazione climatariana si basa prevalentemente sulla stagionalità, sul km0, sulle coltivazioni biologiche e naturali.
L’obiettivo primario è determinare un’inversione di tendenza per la crisi climatica degli ultimi anni partendo dalla dieta.
La carne rossa è bandita così come gli insaccati e tutti i prodotti industriali; un po’ più elasticità è rivolta alle carni bianche meno di impatto sull’ambiente. Uova, latte e latticini sono ammessi solo da allevamenti sostenibili.
Altra peculiarità dei climatariani è il rifiuto per gli imballaggi e per lo spreco: sono abili riciclatori anche per le varie parti di uno stesso ingrediente: combattono gli sprechi alimentari creando ricette ad hoc anti-spreco e con il riutilizzo di avanzi, bucce comprese.

La possibilità di rimediare alla salute di Madre Terra che spinge i climatariani a alimentarsi seguendo le suddette linee guida, si basa anche sulla necessità di limitare l’utilizzo di cibo seppure vegetale che necessiti di trasporto su gomma o via aereo.
Sono sotto accusa in questo senso sia gli avocado, l’ananas, le mandorle, anche se il clima nostrano sta rendendo semplici anche coltivazioni che un tempo erano tipicamente tropicali.
Sono tutti stili alimentari legati ad un’ideologia che possiamo a mio avviso riassumere così: avere cura del proprio ambiente interno (inteso come il nostro corpo e i suoi abitanti) e quello esterno che ci ospita da milioni di anni.
Concludo lasciandoti una domanda semplice semplice: come ti poni rispetto a questi nuovi stili alimentari?